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Serie "Made in Italy": emesso il 29 Agosto 2008 |
Curiosando ancora in raccolte filateliche oggi spunta la curiosa rappresentazione della "Sagra degli spaghetti all'Amatriciana".
Onore allora al racconto storico e poetico di uno dei piatti più noti al mondo della cucina Laziale.
Scritto per "La Scuola di Ancel"
Il Comune di Amatrice, piccola cittadina
in provincia di Rieti, accoglie i turisti con il tradizionale cartello
di benvenuto presentandosi come la «Città degli spaghetti
all’Amatriciana».
Disputa aperta ancora sull’origine
(Amatrice o Roma?), sugli ingredienti (in bianco o con pomodoro?) e sul
tipo di pasta (spaghetti o bucatini?).
Una versione è questa: era il pasto principale, noto come gricia, di gruppi di pastori. Probabilmente originaria dell’Abruzzo, la gricia era molto energetica per la presenza dello strutto o del guanciale.
Il pecorino e il pepe ne arricchivano il
gusto e solo alla fine del 1700 con l’aggiunta del pomodoro acquista il
suo nome attuale (amatriciana o matriciana).
Legata all’antica tradizione del territorio è conosciuta in tutto il mondo come piatto tipico della cucina laziale.
Qui la descrizione della sua preparazione con le parole del grande Aldo Fabrizi:
La matriciana miaSoffriggete in padella staggionata,
cipolla, ojo, zenzero infocato,
mezz’etto de guanciale affumicato
e mezzo de pancetta arotolata.
Ar punto che ‘sta robba è rosolata,
schizzatela d’aceto profumato
e a fiamma viva, quanno è svaporato,
mettete la conserva concentrata.
Appresso er dado che jè dà sapore,
li pommidori freschi San Marzano,
co’ un ciuffo de basilico pe’ odore.
E ammalappena er sugo fa l’occhietti,
assieme a pecorino e parmigiano,
conditece de prescia li spaghetti.