giovedì 28 gennaio 2010

Perchè la caloria


L'utilizzo della Kcal nel calcolo dei nutrienti necessari per il fabbisogno dell'organismo è un utile espediente per semplificare un problema.

Tutte le branche scientifiche si avvalgono di semplificazioni. Qualche esempio?

Ciascun corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, salvo che sia costretto a mutare quello stato da forze impresse. (primo principio della dinamica)
Qualcuno conosce dei corpi in stato di moto rettilineo permanente? Sarebbe possibile senza attrito, ma questa non è una condizione reale, bensì una semplificazione del problema.

L'omeostasi del sodio è tale per cui, in condizioni fisiologiche, la perdita è sempre uguali all'assunzione. Quando? Appena assumo sodio ne elimino la stessa quantità? Non è proprio così. In una giornata le perdite eguagliano le assunzioni? A volte, ma non sempre. In un mese, in un anno? Più probabile. Legge dei grandi numeri. Una semplificazione della realtà.

Fermiamoci qui. Torniamo alle Kcal. La loro utilità si basa su di un concetto utile a semplificare la quantificazione degli alimenti necessari. Lo studio del metabolismo si basa sul concetto che aa, acidi grassi e glucosio siano completamente interscambiabili.
Quindi è utile trovare una unità di misura per poter scrivere:
“1x di glucosio = 1x di aa = 1x di acido grasso”
Proviamo i grammi:
“1g di glucosio = 1g di aa = 1 g di acidi grassi”
Falso. Con i grammi l'equivalenza non funziona. Neanche con le Moli.
Con le Kcal l'equazione funziona abbastanza bene, infatti:
“1kcal di glucosio = 1kcal di aa = 1kcal di acidi grassi”
Per questo è utile utilizzare le kcal come unità di misura degli alimenti.
Partendo da questo presupposto possiamo aggiungere concetti diversi, come la necessità di quantità minime di tutte le classi di nutrienti per soddisfare il fabbisogno dei composti essenziali.
Inoltre possiamo disquisire sulle proporzioni da assumere, se sia meglio un equilibrio oppure se sia meglio ridurre al minimo gli acidi grassi, o gli aa o i carboidrati. O se i carboidrati a basso indice glicemico siano più o meno salutari, se la loro somministrazione rispetti meglio le attitudini del metabolismo la mattina o la sera...

Qualsiasi considerazione non suffragata da numeri, calcoli, formule o indagini epidemiologiche è da ricondursi ad una considerazione non di natura scientifica, piuttosto di natura filosofico-letteraria. Con questo non voglio affermare che sia di scarso valore in assoluto, dato che probabilmente la letteratura e la filosofia sono di gran lunga più utili a spiegare l'”Uomo” della scienza, ma piuttosto che, dovendoci muovere nell'ambito delle discipline scientifiche, sia utile rientrare nelle modalità d'indagine caratteristiche di queste ultime.

Solamente altri pochi concetti.
Un “consiglio” sulla sana alimentazione per il quale non è bene mangiare pane burro, mascarpone e pancetta a colazione, anche se appare più intuitivo che calcolato, è sempre derivato da un'attenta misura dei nutrienti contenuti in questi alimenti e dal loro rapporto rispetto all'”alimento ottimale”.
Inoltre 10000 anni fa non si contava, certo, ma la vita media si aggirava attorno ai 35 anni. Nessuno assumeva latte e formaggi prima dell'”invenzione” dell'allevamento, e non comunque c'erano problemi di osteoporosi. Si moriva prima che si potessero manifestare.
Con il prolungarsi della vita media sono iniziati a sorgere questo ed altri problemi legati all'alimentazione che prima non esistevano. Sono iniziati i lunghi viaggi per mare ed è comparso lo scorbuto. La quantità di alimenti a disposizione è aumentata e sono sorti i problemi, legati ad una ipernutrizione, che prima non esistevano. Si è reso necessario quindi, avendo a disposizione una abbondanza mai osservata prima, limitare il consumo degli alimenti in generale, e sopratutto di quelli “cattivi”. Come individuare quindi la corretta alimentazione? Seguendo il metodo scientifico con il calcolo delle calorie e dei fabbisogni. Come proporre tutto questo al paziente merita un discorso a parte.
Il contadino sicuramente non misurava prima di mangiare, ma questo non gli assicurava di non andare incontro a problemi legati alla errata alimentazione. E comunque il contadino, così come il cacciatore durante l'età della pietra, se avessero avuto un frigorifero pieno di leccornie sarebbero stati, probabilmente, sovrappeso. All'uomo piace mangiare